RASSEGNA STAMPA

IL SECOLO XIX - Sponsor bipartisan per il poliziotto che non cade mai

Genova, 18 giugno 2010

PROMOSSO DA AMATO, CONFERMATO DA BERLUSCONI E PRODI
Sponsor bipartisan per il poliziotto che non cade mai
Salvato tre anni fa, ora è il capo degli 007

MARCO MENDUNI

IL PRIMO GRANDE inciampo, tre anni fa, glielo risolve Romano Prodi. E Gianni De Gennaro l’inossidabile se la cava, anche in quell’occasione, alla grande. L’atout di Prodi: «Era già stato convenuto che il capo della polizia sarebbe stato sostituito nel suo incarico al termine del suo settimo anno di mandato». Il “settennato” un’invenzione nata lì per lì, forse sul calco del presidente della Repubblica, ma questa è la versione ufficiale che viene ammannita e alla quale nessuno crede. Sono giornate turbinose, quelle del giugno 2007: De Gennaro viene indagato dalla procura di Genova come ispiratore di false testimonianze, la sinistra radicale che non gli ha mai perdonato il G8 rumoreggia e protesta, il governo è in imbarazzo. prodi si consulta con il ministro dell’Interno. È Giuliano Amato, l’altro grande sponsor, da sempre, di Gianni De Gennaro: «Il migliore su piazza».
L’onorevole via di fuga viene trovata dando una spintarella al fedele capo di Gabinetto Carlo Mosca e insediando l’excapo della polizia al suo posto. Scatta così l’operazione­salvataggio di De Gennaro, sempre incolume da un governo all’altro, sotto diverse insegne, indifferente allo spoil­system. Ancora una volta incolume, lo squalo. Soprannome che fa il paio con l’altro, l’uomo che tiene tutti per le palle, attraverso il quale in tanti spiegano il suo successo.
A lanciare De Gennaro sul soglio più alto della polizia è, nel 2000, proprio Giuliano Amato, presidente del Consiglio. L’altro sponsor: Luciano Violante. Il giorno della scelta commenta: «Conoscevo bene Falcone e Borsellino e credo che sarebbero molto contenti di questa nomina». Amato è anche colui che, materialmente predispone il G8 del 2001 a Genova. Quando l’esecutivo del Cavaliere si insedia (l’11 giugno 2001) mancano solo 40 giorni al summit dei Grandi. A quel punto la confezione logistica, tecnica, organizzativa dell’evento è già stata predisposta dal governo Amato. A Genova, però succede uno sfracello. Dopo saltano le teste (un vicecapo della polizia, un questore, il dirigente dell’Ucigos) per volere del nuovo ministro dell’Interno, Claudio Scajola. De Gennaro no. De Gennaro resta, fa asse con Forza Italia (un po’ meno con An) e supera la bufera del G8 rimanendo saldamente in sella. Anzi: s’incontra segretamente con Scajola. Ordine del giorno del summit: difendere l’istituzione. Evitare che lo stillicidio quotidiano di notizie negative logori l’immagine della polizia. Violante, ancora una volta, non fa mancare il suo appoggio: «Si ritiene che i suoi indirizzi siano stati giusti ma applicati in modo sbagliato».
Lo squalo rimane saldo al suo posto anche dopo il capitombolo di Scajola (la frase su Biagi che gli costò per la prima volta il posto) e anche dopo il ritorno di Prodi. Finché non esplode la bufera della nuova inchiesta genovese. Ma la soluzione trovata dal premier (De Gennaro al fianco di Amato, il numero due Antonio Manganelli nuovo capo della polizia) piace all’opposizione. Plaude Scajola, che nel frattempo è diventato presidente del Copaco, il Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti: «Un grande servitore dello Stato succede a un altro grande servitore dello Stato». Intanto è ancora una volta Prodi a togliere lo squalo dalla naftalina e a rilanciarlo per un compito difficilissimo: commissario straordinario per l’emergenza rifiuti aNapoli, nel gennaio 2008.
Ed è quell’epoca, ancora con l’asse bipartizan, che si inizia a pensare a De Gennaro come capo dell’intelligence dopo la riforma. Vola al vertice del Dis, il Dipartimento informazioni per la sicurezza. È il coordinatore di tutti gli 007 italiani. È il 23 maggio 2008. Il nuovo governo Berlusconi è in carica da sole due settimane.